Piccoli citizens crescono e anche molto in fretta. Due, in particolar modo, corrono più forte degli altri, perché è questo che i loro allenatori gli chiedono ogni giorno della settimana. Lorenzo Marzucchini e Luca Avellini sono due esterni di fascia, con caratteristiche diverse ma più di qualcosa in comune: l’amore per il pallone e la voglia di difendere la maglia del Città di Ciampino, dove entrambi ormai si sentono un po’ come fossero a casa loro. “Sono arrivato qui cinque anni fa” dice Lorenzo, classe 2000, uomo di punta degli Allievi Elite di mister Mirko Di Luigi. “I primi calci li ho tirati a Morena, con la Scuola Calcio di Roberto Muzzi. Poi due stagioni con l’altro Ciampino, a via Cagliari, prima di sbarcare al Superga, dove mi sono da subito trovato molto bene. Al City ho fatto tutta la trafila dell’agonistica, partendo dai Giovanissimi Provinciali. Oltretutto, il mio primo allenatore è stato Marco Maranella, che in quella stagione mi diede tantissimo e del quale conservo un ricordo stupendo”. Luca Avellini ha invece tre anni in meno, ma una identica passione. Sguardo già maturo, da piccolo uomo, al servizio dei Giovanissimi Fascia B di mister Olivetti, che ne ha apprezzato le caratteristiche e mutato anche la posizione in campo. “Fino allo scorso anno, infatti, giocavo esterno basso”confida Avellini, “poi mister Olivetti ha visto in me le qualità per poter giocare più avanti e mi ha spostato nel tridente di attacco. Ma io, all’inizio, ho fatto anche il portiere. Capitò per caso, nei primi periodi qui, da dove non mi sono mai mosso. Mancava qualcuno che giocasse tra i pali, il tecnico di allora volle provarmi in quel ruolo e mi ci trovai bene. Però i gol preferisco farli, piuttosto che evitarli”. Finora i suoi sono quattro, mentre Marzucchini è colui che è chiamato a servire assist ai compagni. “Ho sempre preferito giocare esterno di attacco”, confida quello che al Superga, per tutti, è semplicemente Marzu, “ma in questi anni di ruoli ne ho coperti diversi. Da terzino a centrocampista, ho giocato dove volesse il tecnico. Anche perché so adattarmi bene, mi piace fare entrambe le fasi e ho tanto spirito di sacrificio: che poi penso sia essenziale per poter giocare a calcio”. Non a caso, se gli chiedi chi sogna di diventare, Marzu risponde “Stephan Lichtsteiner!”, ora alla Juventus, ma un tempo nella sua Lazio. “Ho iniziato ad apprezzarlo quando giocava con i biancocelesti, per i quali faccio il tifo. Mi piace per quella sua cattiveria agonistica, la foga e la voglia di lottare su ogni pallone”. Ad ispirare Luca Avellini, invece, è stato “Stephan El Shaarawy, perché quando ho iniziato a seguire questo sport lui era al Milan, di cui sono tifoso. Mi ha sempre colpito la sua umiltà”. Qualità che non manca neanche a Luca, calciatore in erba sì, ma anche molto coscienzioso, al punto di sacrificare le sue domeniche sui libri di scuola, “per recuperare il tempo che durante la settimana dedico agli allenamenti e il sabato alle partite”. Entrambi sognano un futuro con gli scarpini, ma tengono i piedi ben piantati per terra. “Già proseguire la mia  storia qui al Città di Ciampino sarebbe una grande soddisfazione” dice Marzucchini. “Pensare di poter un giorno arrivare in prima squadra mi piacerebbe molto. Come mi hanno insegnato i miei genitori, l’umiltà è essenziale nella vita e nel calcio”. Intanto studia “Tiziano Carnevali, nonostante il suo ruolo sia diverso dal mio. Però è impressionate la sua classe e la tranquillità che riesce a trasmettere ai compagni. In attacco, invece, mi piace molto Turmalaj, che secondo me avrà un grande futuro davanti a sé”. A capitan Carnevali guarda con ammirazione anche Luca Avellini, che questa stagione qualche carta nel professionismo ha provato a giocarsela. “A dicembre mi sono allenato con la Sampdoria, poco tempo fa invece nella Lazio. Certo, il sogno nel cassetto è quello di una chiamata dai professionisti, ma se non dovesse arrivare vorrei restare qui. Piuttosto che spostarmi, preferisco continuare al City, dove sono cresciuto”. Il futuro è assicurato.