Per qualche strano motivo, in casa City sono tutti innamorati della gestione del gruppo e degli allenamenti di Marco Francolini: dal presidente Cececotto, che di recente ha tessuto le lodi del tecnico dei Giovanissimi Elite, al direttore sportivo Gianluca Mirra, che ha più volte sottolineato la cura dei dettagli del mister ex Roma. E allora prima di iniziare l’intervista chiediamo proprio a lui cosa ci sia di tanto speciale nelle sue sedute tecnico tattiche. Sorride, quasi imbarazzato, e prova a dare una giustificazione a tutto questo ‘amore’. “Nonostante io sia piuttosto giovane, ho sperimentato sulla mia pelle praticamente tutte le fasi dell’allenamento, dalla scuola calcio al settore giovanile, e rispetto ad altri miei colleghi ho alle spalle anche un’esperienza nel professionismo, avendo allenato alla Roma. Credo che questa completezza nel mio percorso formativo, abbinata alle mie doti comunicative e alla mia capacità di interagire con i ragazzi, rendano interessante il mio lavoro. Credo che proprio il mio tentativo di usare con ogni giocatore un piano comunicativo diverso, piuttosto che la seduta in sé, possa colpire chi si trova a guardare i nostri allenamenti. Tutto questo interesse a me non può che far piacere, come mi fa piacere vedere che i ragazzi recepiscono i miei messaggi e li applicano in campo, concretizzando il loro percorso di crescita. Il bello di questo mestiere è cercare di arrivare a tutti, anche se non è sempre facile, ma le difficoltà stimolano!”. Riavvolgendo il nastro degli ultimi mesi, cosa ti lascia il 2017 e cosa ti aspetti dal 2018? “Se guardo alle gare disputate in questi ultimi mesi, sicuramente il 2017 mi ha lasciato qualche rimorso dal punto di vista dei punti che abbiamo perso in maniera stupida, spesso per immaturità, perché per il resto se mi volto indietro non posso che essere soddisfatto. I ragazzi giocano a calcio, non buttano mai la palla e probabilmente alcuni punti li abbiamo lasciati per strada anche per questo, ma al di là di tutto sono pochissime le volte in cui non c’è stata la prestazione. Il mio obiettivo primario è quello della crescita dei ragazzi, e per molti di loro i progressi sono già evidenti. La realtà è che non si gioca in trenta, ed è ovvio che chi gioca di più la domenica ha più possibilità di maturare perché la partita è fondamentale, ma tutti i miei giocatori stanno dando il massimo”. Firmeresti per ripetere nel girone di ritorno quanto fatto nel girone di andata? “Sinceramente no, perché se ragioniamo nell’ottica del percorso di crescita sopra citato mi aspetto che nel girone di ritorno non ripeteremo gli stessi errori fatti in precedenza e potremo pertanto fare meglio. Mi auguro che gli sbagli possano servire da monito per il futuro e aiutarci a crescere, anche perché avremmo meritato di chiudere il 2017 con almeno 8-9 punti in più. La verità è che io vedo questi ragazzi durante la settimana e so che se preparano la partita nel modo giusto e la affrontano come sanno, non sono inferiori a nessuna delle squadre del nostro girone, a parte la Lodigiani che credo sia di un altro livello”. L’obiettivo della stagione rimane quello della salvezza? “Sinceramente faccio fatica a definire la salvezza un obiettivo, perché la considero scontata visto quello che ho appena detto. È vero anche che i punti vanno fatti, e a noi ancora ne mancano parecchi, quindi diciamo che spero di avere quanto prima la certezza di essere salvi per poter trovare finalmente la giusta tranquillità che ci permetta di essere liberi di testa e iniziare a divertirci sul serio”. Sei soddisfatto della scelta fatta in estate di venire al Città di Ciampino? “Sono letteralmente entusiasta della scelta fatta, dei ragazzi che ho trovato, dell’ambiente che mi permette di lavorare in maniera ottimale e del gruppo che si è creato. Io mi diverto a fare il mio lavoro e la mia speranza è di far divertire prima di tutto i miei calciatori, e non meno importante anche quelli che vedono le nostre partite. Il resto, poi, sarà solo una logica conseguenza”.