La sconfitta casalinga dei 2004 si è portata dietro una scia di polemiche sulle quali il direttore sportivo del Città di Ciampino Gianluca Mirra, che solitamente non ama particolarmente concedersi a dichiarazioni ufficiali e interviste, ha voluto fare il punto.
Cosa è successo al Superga?
“Ci tengo prima di tutto a dire che mi dispiace dover parlare di episodi che vanno oltre le gesta calcistiche dei ragazzi, che hanno fatto una partita straordinaria. Non mi riferisco solo a quelli del Città di Ciampino ma anche a quelli della Nuova Tor Tre Teste: tutti i giocatori che sono scesi in campo hanno disputato una gara da incorniciare, e sono certo che chi ha avuto la fortuna di essere presente alla partita non dimenticherà tanto facilmente lo spettacolo al quale ha assistito. Si è visto un livello di gioco ben più alto rispetto a quello a cui ci ha abituato la categoria Giovanissimi e sarebbe stato bello oggi poter parlare solo di quanto è accaduto in campo. Purtroppo, però, non è possibile tralasciare quello che è successo a metà secondo tempo, quando è stato concesso un calcio di rigore più che dubbio in favore della Nuova Tor Tre Teste. Parliamo di una squadra fortissima, allenata da un ottimo allenatore, che di certo non ha nessun bisogno di dover ricorrere a questi aiuti e che si è vista concedere un calcio di rigore che oggettivamente non c’era, secondo l’opinione di tutti i presenti. Sul risultato di 2-2 abbiamo colpito uno sfortunato palo interno con Giustini dopodichè c’è stato l’epilogo che conosciamo tutti, con il gol avversario al terzo minuto di recupero. Probabilmente nella scelta di assegnare il calcio di rigore ho visto troppa fretta da parte del direttore di gara, e la cosa che ci viene da pensare è che una società come la Polisportiva Città di Ciampino, che non è mai riuscita ad accedere alle fasi finali e che sta portando avanti questo sogno, è forse poco tutelata rispetto alle big del calcio laziale. Ci piacerebbe essere trattati al pari delle altre, senza ricevere regali ma senza nemmeno subire torti da parte degli arbitri nel momento in cui andiamo a giocare una partita che conta per accedere ai play off”.
Quindi anche nel calcio giovanile si può parlare di “prostituzione intellettuale”, per dirla alla Mourinho, e affermare che c’è un minimo di sudditanza psicologica nei confronti delle grandi…
“Probabilmente quando si va ad arbitrare la prima della classe un po’ di sudditanza c’è, e quando si tratta di una squadra che fino ad oggi ha perso solo due partite e si trova sotto di un gol probabilmente un arbitro è sotto pressione. Noi crediamo nella buona fede dei direttori di gara e nella buona fede di questo sport, perché è il nostro lavoro e lo facciamo con passione, ma proprio perché crediamo in questa buona fede chiediamo più attenzione a quelle che sono le azioni clou che possono decidere le sorti di una gara”.
Questa sconfitta pregiudica il cammino dei 2004?
“Assolutamente no, noi dobbiamo andare avanti per la nostra strada. È inutile nascondersi dietro a un dito: la sconfitta con la Nuova Tor Tre Teste ci può stare, certamente i punti che avremmo potuto fare con loro sarebbero stati importantissimi perché nessuna delle nostre contendenti ha fatto risultato contro la squadra allenata da Riccardo Contaldo. Adesso dobbiamo vincere le prossime due partite, anche se non sarà facile. Si tratta di gare che sulla carta potrebbero sembrare semplici ma che in realtà ci vedranno affrontare squadre che stanno lottando per conquistare punti salvezza e quindi venderanno cara la pelle. Giocheremo su due campi di erba naturale, lontani dalle nostre abitudini, e dovremo affrontare questi impegni con la stessa intensità con cui abbiamo affrontato la Nuova Tor Tre Teste e forse anche con più attenzione”.
Nel corso del campionato questa squadra ha fatto una crescita che forse in pochi si aspettavano. Merito di…
“Parlando di crescita mi piace partire da lontano, perché questa è una squadra che ha lavorato nel biennio con Davide Olivetti e il suo staff, una squadra che lo scorso anno dopo 8 giornate tutti davano per spacciata e che nel giro di due anni ha fatto una crescita che definire esponenziale forse è ancora poco. Siamo passati da essere penultimi nel campionato Giovanissimi Elite Fascia B ad essere terzi a testa altissima nel campionato Giovanissimi Elite (Under15 Reg Ecc) e questo ci deve rendere orgogliosi ma anche e soprattutto consapevoli che siamo diventati una squadra forte che ogni domenica deve andare in campo per cercare di portare a casa i tre punti, anche perché l’unica cosa che sappiamo fare è giocare bene, mostrando bel calcio, e se provassimo a fare qualcosa di diverso ci riuscirebbe anche male”.
Una crescita che nasce dal lavoro di Olivetti e del suo staff, da quello dei ragazzi ma anche da quello di Gianluca Mirra, perché in estate questa squadra è stata puntellata e migliorata anche grazie a te. Complimenti a parte, in un periodo in cui si assiste al walzer dei direttori sportivi, Mirra sa già qual è il suo futuro?
“Io sono sicuro del fatto che il Città di Ciampino sia una società in cui si lavora bene, e io voglio stare in società in cui si lavora con serenità. Non dimenticherò mai quanto accaduto alla sesta giornata di campionato, quando su cinque gare giocate abbiamo inanellato 4 sconfitte e 1 pareggio: il presidente mi ha invitato a mangiare con tutta la mia famiglia e ha offerto il pranzo a me, a mia moglie e ai miei figli. Questi sono quei gesti che per me fanno la differenza, perché mi fanno lavorare sereno, tranquillo e con il sorriso sulle labbra. Pertanto non vedo altra ipotesi per me se non quella di restare al Città di Ciampino. Non dimentichiamo che di recente abbiamo chiuso questo accordo con la Sampdoria per un progetto che sento molto mio, e lo voglio portare avanti al cento per cento con l’obiettivo di fare ancora meglio rispetto a quest’anno”.
Chiudiamo con una battuta: con quattro sconfitte e un pareggio il presidente Cececotto ti ha offerto il pranzo, ma quando sono arrivate cinque vittorie su cinque hai dovuto offrirlo tu?
“Ognuno fa quello che può, infatti io ho pagato l’aperitivo!”.