Come di consueto alla fine di ogni anno è tempo per fare i primi bilanci, nella vita come nello sport. È per questo che per la partenza del girone di ritorno abbiamo scelto di ascoltare Antonio Paolo Cececotto, che interviene non solo in qualità di presidente del club di via Superga, ma soprattutto come primo tifoso del Città di Ciampino. È lui che in estate ha parlato di campionato tranquillo, senza ambizioni di vittoria, e che dopo le prime giornate con i suoi ragazzi ben piantati in vetta rideva con il direttore generale Giordano Moroncelli: “Non fate scherzi che vi caccio via tutti se continuate a vincere!”. È sempre lui, però, quello che diventa scuro in volto al primo pareggio della sua squadra, perché fondamentalmente a perdere proprio non ci sta, tantomeno dopo la sciagurata annata in serie D. E se gli fai notare tutto questo sorride e risponde schivo, visto che alle parole preferisce sempre e comunque i fatti: “A parlare di un campionato senza pressioni è il presidente imprenditore, quello razionale e distaccato, ma quando l’arbitro fischia l’inizio della partita al suo posto subentra l’uomo di sport, il tifoso che è in me. Non a caso, ogni domenica sono sugli spalti a sostenere la squadra, a tifare, ad arrabbiarmi se le cose non vanno nel verso giusto, visto che non ci sto a perdere o pareggiare. Quest’anno siamo partiti con le intenzioni di fare un campionato tranquillo e io stesso ho chiesto a Giordano (il DG Moroncelli, ndr) di allestire una squadra per salvarci serenamente dopo la scorsa annata, in cui noi tutti abbiamo condiviso tante sconfitte. Ancora una volta, però, non avevo fatto i conti con la bravura del nostro direttore, che insieme alla giusta intuizione che mi ha portato a scegliere mister Granieri ha fatto sì che questo diventasse un campionato da vertice. Devo essere sincero, due anni fa non eravamo preparati e ci siamo trovati a vincere quasi senza rendercene conto. Quest’anno invece – forse proprio perché siamo reduci da un campionato di sofferenza – posso dire che stare lassù non mi dispiace affatto”.

Il bilancio del presidente Cececotto, quindi, non può che essere positivo, visto che ad un passo dal giro di boa il Città di Ciampino ha disputato un girone di andata sempre ai vertici, con alcuni passi falsi che non hanno di certo sporcato quanto di buono fatto dai ragazzi di Granieri.

“Il mio bilancio è decisamente ottimo. Se devo trovare una nota stonata dico che mi sarebbe piaciuto andare avanti in Coppa Italia, ma non è stato possibile soprattutto per fattori esterni. Per il resto non posso rimproverare niente alla squadra, anche perché se andiamo a valutare la nostra rosa è evidente che sia molto giovane e piuttosto corta negli effettivi. Bisogna dare i giusti meriti non solo ai ragazzi ma anche al loro timoniere: domenica dopo domenica mi rendo conto che l’intuizione che ho avuto su mister Granieri è stata totalmente azzeccata. Questo in parte aumenta i rimpianti per lo scorso anno, dal momento che prima di iniziare la preparazione per la serie D avevo pensato di chiamare proprio Mirko per guidare la squadra. Ho tentennato un po’ troppo, purtroppo, e quando mi sono deciso lui si era già accasato a Monterotondo. Diciamo che abbiamo rimandato di un anno questo ‘matrimonio’, ma va bene così visto come stanno andando le cose”.

Effettivamente il Città di Ciampino ad oggi ha dimostrato di non essere inferiore a nessuno, tenendo testa anche ad avversari sulla carta molto più titolati e a corazzate che hanno investito sicuramente di più.

“Il girone di andata ormai è finito, e dopo aver affrontato tutte le squadre di vertice posso fare le mie valutazioni. Senza dubbio il raggruppamento è molto difficile, e dal punto di vista del gioco a colpirmi di più sono state Valle del Tevere e Cynthia; la sconfitta più netta è stata quella con la Vis Artena ma c’è da considerare che avevamo molte defezioni, senza contare che capitan Carnevali aveva 38 di febbre e stava tornando a casa quando sono entrato nello spogliatoio chiedendogli di stringere i denti e scendere in campo. Nonostante tutto abbiamo avuto 3-4 palle gol e magari se fossimo andati in vantaggio le cose sarebbero andate diversamente. Al di là delle singole partite, però, quello che conta è lo spirito che ha sempre messo in campo la nostra squadra, dimostrando di potersela giocare con tutti grazie ad un gruppo compatto, unito, composto da ragazzi che si vogliono bene e si divertono. Inutile ripetere poi l’importanza dei tre pilastri di questa squadra, Carnevali, Citro e Martinelli, che ancora una volta si stanno dimostrando fondamentali, e l’apporto di un giocatore come Pedrocchi. Io e Alessandro Fortuna lo abbiamo rivoluto fortemente, e lui sta dimostrando che non ci siamo sbagliati”.

E se il bilancio relativo alla prima squadra è più che positivo, lo stesso può dirsi del settore giovanile, che tante soddisfazioni sta dando al club aeroportuale.

“Anche in questo caso devo dare merito al direttore Moroncelli, perché ha portato in casa un valore aggiunto come Gianluca Mirra. Ad agosto avevamo scelto un dirigente per guidare il settore giovanile, ma la mattina dopo Giordano mi chiamò dicendomi che Mirra sarebbe andato via da San Benedetto e avremmo potuto prenderlo. Non lo conoscevo di persona, avevo sentito che aveva fatto molto bene alla Romulea, alla Vigor o al Napoli, ma non sapevo bene chi fosse. Mi è bastato parlarci un secondo per capire che è una persona seria, che sta con i piedi per terra e soprattutto che lavora sodo, sul campo con i ragazzi ma non solo. Spero di averlo con me per molto tempo, anche perché qui gli ho visto fare praticamente di tutto, dal magazziniere al segretario! È la persona giusta per stare con noi perché pensa a fare e non a dire. Tornando al settore giovanile, sono soddisfatto per i risultati ma ancora di più per il lavoro che vedo fare in settimana dagli istruttori. La maggior parte di loro è arrivata quest’anno, e si sono calati perfettamente nella nostra realtà: Francolini, Di Cori e Maistrello, così come Olivetti, sono ragazzi per bene, ognuno di loro ha delle qualità importanti ed è un piacere guardare il modo in cui lavorano. In particolare sono innamorato calcisticamente di Francolini, del tempo che passa a spiegare ai ragazzi i movimenti, la postura da tenere in campo, la tattica: sono convinto che se non fosse stato per i suoi impegni lavorativi sarebe potuto essere un allenatore da professionismo”.

Ultima, ma non per importanza, la scuola calcio. Che nonostante i nuovi competitor nati sul territorio ha confermato le aspettative, attestandosi sui numeri della scorsa stagione.

“I numeri sono sempre importanti, ma quello che conta è altro: noi siamo una realtà fuori dal raccordo anulare e fare dalle 300 alle 400 unità di scuola calcio ogni anno non è facile. Siamo a Ciampino ma iniziamo ad accogliere anche dei ragazzi che arrivano da Roma: quest’anno ce ne sono molti dalla Tuscolana e da Quarto Miglio. Stiamo portando avanti il nostro percorso di restyling anche sul campo, anche perché il riconoscimento di Scuola Calcio Elite è qualcosa su cui bisogna lavorare senza mai fermarsi. Nei Castelli siamo stati tra i primi ad aver avuto lo psicologo nella struttura: prima c’era la dottoressa Angelucci, ora il dottor Grauso che è a disposizione di bambini, genitori e istruttori. Abbiamo un preparatore motorio per ogni anno di età e non credo che siano molte le società che possono dire lo stesso. Insomma anno dopo anno cerchiamo di migliorarci e migliorare la struttura: sono partiti i lavori per il campo da calciotto e abbiamo rifatto anche quello da calcetto nonostante avesse appena 5 anni. Ascoltiamo le richieste di tutti e dove possibile interveniamo per accontentarle. Vorrei aggiungere una cosa fondamentale: di recente abbiamo perso Riccardo Perrella, un istruttore che era qui da pochi mesi ma che ha lasciato un ottimo ricordo in tutti noi. Una persona gentile, a modo, molto positiva, che era già a tutti gli effetti un membro della nostra famiglia. Siamo vicini con il cuore a tutti i suoi familiari”.

Perché quella del City è veramente una famiglia, dove tutti remano verso un unico obiettivo.

“Il prossimo passo da fare è quello di coinvolgere ancora di più i nostri sponsor perché vogliamo far capire loro in cosa consiste il progetto di sponsorizzazione del Città di Ciampino. Alcuni lo hanno già capito, infatti abbiamo distribuito ai nostri tesserati delle card di sconti perché ci teniamo che le famiglie conoscano i nostri sponsor e che quello con loro diventi un vero rapporto di partnership. In conclusione, visto che stanno per concludersi le festività ci tengo ad augurare a tutti i tifosi del City, agli atleti e alle loro famiglie un nuovo anno sereno e felice. Cosa vorrei? Mi piacerebbe che qualche ragazzo del nostro settore giovanile possa raggiungere il calcio che conta: molti di loro sono monitorati da società professionistiche, ma a noi non piace far uscire queste notizie solo per apparire sui giornali. La nostra migliore pubblicità è il lavoro che facciamo sul campo e il passaparola delle persone che vengono qui ma, soprattutto, di quelle che tornano”.