Manca solo un tassello nel coloratissimo puzzle delle formazioni che partecipano ai campionati Elite nel settore giovanile del Città di Ciampino, quello della Juniores. A seguito della retrocessione dalla serie D all’Eccellenza, infatti, i ragazzi del City, quelli che occupano il gradino più alto al di sotto della prima squadra, sono stati costretti a ripartire dal campionato regionale. In estate per inseguire il titolo e il successivo passaggio in Elite è stato chiamato un tecnico esperto come Stefano Colista, che dopo le prime giornate non ha di certo deluso le aspettative trovandosi quasi a punteggio pieno in vetta alla classifica, con un cammino solo leggermente “sporcato” dai pareggi contro il GS Fiano Romano e l’Atletico Torrenova. Il tecnico del City, cinquantaquattro anni sulle spalle di cui ben ventisei passati ad allenare, non ha paura dell’impresa che ha accettato fin da subito con grande entusiasmo. “Nella mia carriera”, racconta Colista, “ho allenato in realtà importanti come Atletico 2000, Libertas Centocelle, Certosa, Casilina BCCR nel suo periodo migliore e Fonte Meravigliosa, club con il quale abbiamo raggiunto e vinto la finale Juniores Primavera. Insomma, mi sono tolto grandi soddisfazioni, ma quando è arrivata la chiamata del Direttore Generale Moroncelli mi sono emozionato perché per me era un’occasione straordinaria. Non a caso, nonostante avessi già preso accordi con un altro club che peraltro milita nel nostro stesso girone ho fatto un passo indietro, scusandomi con i dirigenti e dicendo loro che non potevo perdere questo treno. A distanza di qualche mese non posso che confermare la scelta fatta: qui ho trovato una realtà fantastica, dove la Juniores è trattata con lo stesso riguardo della prima squadra. La società mi ha messo a disposizione uno staff di alto livello e i presupposti per far bene ci sono decisamente tutti”.

Non a caso, la compagine di Colista si trova al momento sul gradino più alto della classifica, grazie ad una lunga serie di ottimi risultati che hanno permesso a diversi ragazzi di mettersi in mostra fin da subito. Tra di loro anche Riccardo Perilli, che ha già avuto la possibilità di esordire con la prima squadra sia in campionato che in Coppa Italia, valorizzando il lavoro dello staff della Juniores.

“Fin da subito la società mi ha chiesto di concentrarmi su un gruppo costituito soprattutto da ragazzi classe 2000”, continua il tecnico romano, “ed è quello che stiamo facendo. Siamo tra le poche squadre che il sabato scendono in campo con in media nove undicesimi della squadra titolare nati appunto nel 2000, e siamo molto contenti di come stanno andando le cose. Il nostro è un gran bel gruppo che però deve ancora crescere. Giorni fa ho letto loro il frammento di un’intervista di mister Granieri, che parlando dei suoi giocatori – gente che ha calcato campi importanti, non di certo sconosciuti – affermava che la prima cosa che chiede loro è di mettere da parte l’io a favore del collettivo, perché solo così si possono raggiungere dei risultati. Ecco, vorrei che i miei ragazzi assimilassero per bene questo concetto, ma diciamo che dobbiamo ancora lavorarci, così come dobbiamo migliorare per quanto riguarda la cattiveria agonistica. La Juniores è una categoria complicata perché riguarda una fascia di età delicata, in cui non si sa bene se si ha a che fare con dei ragazzini o con degli uomini fatti, quindi bisogna fare molta attenzione. Ma qui nulla è lasciato al caso quindi sono certo che si procederà nella maniera più giusta. L’esperienza di Perilli con la prima squadra è di buon auspicio per tutti. Riccardo è un ragazzo che in estate aveva scelto un’altra strada, ma dopo alcuni giorni in una società dirimpettaia ha chiesto di tornare. La risposta del club è stata chiara: se fosse tornato con la testa e la voglia giusta le porte per lui sarebbero state aperte, e così è avvenuto. Siamo felici che abbia la possibilità di confrontarsi con i grandi e ci sono già un altro paio di elementi che il City sta tenendo sotto osservazione in ottica prima squadra”.

Non a caso, a suggerire il nome di Stefano Colista in estate è stato proprio mister Granieri, che lo conosce da una vita e si è sentito di scommettere su di lui. “Conosco Mirko da molti anni e sono felice di lavorare con lui, anche se indirettamente. Mi fa piacere che abbia fatto il mio nome perché significa che qualcosa di buono l’ho fatto, anche se nella mia vita sono sempre stato un cane sciolto, un anarchico, e non ho mai avuto favori da nessuno”.

E l’obiettivo, per quanto riguarda la Juniores, è stato chiaro fin da subito: non ci sono alibi, bisogna conquistare la vittoria. “L’idea di dover vincere per forza non mi fa paura, anzi”, chiosa deciso il mister. “Io mi emoziono ogni volta che metto piede al campo, e ancor di più il sabato in occasione delle partite. Mi piacerebbe che per i miei giocatori fosse lo stesso, perché amare quello che si fa è il primo passo per arrivare lontani. Di motivazioni per inseguire questa vittoria ne abbiamo molte, una su tutte: ci teniamo a regalare questo sorriso alla società anche per onorare e ricordare la memoria di Valerio Iannotti. Ho appreso la notizia della sua morte quando avvenne l’incidente, ma solo una volta arrivato qui ho scoperto che Valerio era il figlio di Massimiliano, un ragazzo che io ho praticamente cresciuto sulle mie ginocchia dal momento che i nostri padri erano compagni di briscola e tresette. Con il passare degli anni ci eravamo persi di vista, ma evidentemente il destino ci ha uniti di nuovo: si è precipitato qui a salutarmi quando dopo aver saputo che ero il nuovo mister della Juniores, e mi è bastato uno sguardo allo striscione dedicato a Valerio per rimettere ogni tassello al suo posto. Ho un figlio di 21 anni e non oso immaginare cosa possa provare un padre in una simile situazione. Il ricordo di Valerio vive al Superga, lui è con noi in occasione di ogni gara ufficiale e non è un caso se il raggruppamento dei miei ragazzi prima delle partite si svolge tra la panchina e il suo striscione. Alcuni dei miei giocatori hanno il suo viso tatuato sul corpo, e questo dice tutto. Ogni nostra vittoria è dedicata a lui, ed è per lui che vogliamo conquistare l’Elite. La società ci sostiene, la rosa è buona e fin troppo ampia, i rapporti con la prima squadra sono ottimali. Ci rimane una sola cosa da fare: vincere”.