Una partenza sprint, una frenata fisiologica e, con il nuovo anno, una nuova accelerazione. Il campionato degli Allievi Elite Fascia B potrebbe riassumersi così, e noi abbiamo cercato di analizzarlo con il timoniere di questo gruppo, Alessandro Maistrello (foto @Natarelli). Un perfezionista, un tecnico che spinge le sue squadre a giocare sempre per vincere, e che sta cercando di inculcare questa mentalità vincente anche nel gruppo dei 2002.

Mister, che bilancio fa ad oggi di questa stagione?

“Questo è un gruppo che è partito in ritardo, visto che abbiamo iniziato a lavorare insieme solo il 21 agosto, e ci è voluto un po’ di tempo per compattarlo nel modo giusto. Non ci aspettavamo un avvio di campionato come quello che abbiamo avuto, ma nel calcio entrano in gioco tanti fattori e questi ragazzi sono stati bravi ad impegnarsi sempre al massimo. Fin dall’inizio insieme al mio preparatore Stefano Rulli, un professionista serio oltre che un bravissimo ragazzo, abbiamo cercato di portare avanti un lavoro complesso che tenesse conto anche e soprattutto del discorso mentale: avevamo giovani che non si erano mai confrontati con un campionato Elite ed erano abituati a realtà regionali, completamente diverse da quella che stanno affrontando. Qui hanno trovato maggiore intensità, agonismo, fisicità, e ci è voluto un po’ per calarsi in questa nuova avventura. Sono molto soddisfatto di quello che è stato fatto perché i ragazzi stanno crescendo, migliorando, e partita dopo partita questi miglioramenti sono sempre più evidenti. È normale poi che ci possano essere dei cali o che le cose non vadano come ti aspetti: anche quando prepari al meglio una gara, nel corso dei novanta minuti sono molti i fattori che possono influenzare il risultato finale”.

Se potesse rigiocare una partita, quale sceglierebbe?

“Sicuramente quella con l’Atletico 2000 che abbiamo perso 4-0. Il rammarico non è solo per il risultato ma per la storia della gara, in cui anche se sembra una frase fatta non abbiamo assolutamente demeritato: quella partita è stata decisa da una serie di episodi che sono andati a nostro sfavore. Ci sta, perché gli episodi fanno parte del calcio, ma a volte vanno a incidere su tutto il lavoro fatto in settimana. Noi predichiamo degli atteggiamenti volti alla sportività e all’educazione ma e purtroppo le situazioni che succedono in partita rischiano di incidere anche su di esse venendo a minare il nostro lavoro”.

Crede che i suoi ragazzi siano cresciuti da questa estate ad oggi?

“Assolutamente sì! Inizialmente non sapevamo cosa avessimo in mano, oggi siamo più consapevoli: alcuni ragazzi mi hanno stupito perché si sono calati perfettamente in una realtà nuova come quella del campionato Elite. Quando si lavora con questa fascia di età bisogna essere bravi a considerare tutti i fattori, da quelli personali a quelli familiari, perché in un modo o nell’altro incidono sul loro comportamento. Prima che allenatore, so di dover essere per loro un educatore, senza per questo dover entrare in contrasto con la famiglia o la scuola. Sono una persona molto umile e anno dopo anno cresco e maturo anche io, cercando di imparare soprattutto dalle situazioni negative. I momenti belli sono piacevoli per tutti, ma è in quelli più difficili che si capisce con chi si ha a che fare”.

Guardando il calendario, pagherebbe per vincere quale partita?

“La risposta più ovvia sarebbe dire quella con una delle grandi, ma sono del parere che non si debbano mai sottovalutare le cosiddette piccole. Per quanto mi riguarda voglio che i miei ragazzi affrontino ogni avversario con la stessa mentalità vincente, al di là della posizione che occupa in classifica. Se proprio devo scegliere una partita che mi piacerebbe vincere, dico quella con la Vigor, ma la realtà è che noi lavoriamo in prospettiva e non sulla singola partita.

Qual è il tuo obiettivo per il finale di stagione?

“Per me questa è una passione più che un lavoro, perché amo stare sul campo e lavorare con i ragazzi. Se la società me ne darà l’opportunità, sarò felice di restare qui anche il prossimo anno per continuare il percorso intrapreso, ma per ora penso a conquistare prima possibile la salvezza. Questo resta il nostro primo obiettivo, che ci porta naturalmente verso il secondo ossia quello di prepararci per il prossimo anno, costruendo un’ossatura importante di un gruppo che dovrà continuare a camminare ancora a lungo”.